ALTEN premia competenza e professionalità - ALTEN Italy

Susanna,
Ingegnere V&V Software .

Sono Susanna,  ho  una  Laurea  Specialistica  in Ingegneria Medica. Lavoro in ALTEN da  più di 4  anni  e mi occupo  di  Verifica e Validazione software nell’ambito oncologico.

Domanda: In cosa consiste, nello specifico, il progetto su cui stai lavorando e che ruolo ricopri al suo interno?

Risposta: Ricopro il ruolo di Ingegnere e mi occupo di Verifica e Validazione software. Il progetto sul quale, attualmente, lavoro è incentrato su un dispositivo biomedico che ha come obiettivo l’isolamento di cellule rare a partire da campioni/tessuti biologici per consentire l’analisi genetica per una grande varietà di applicazioni, che spaziano dall’oncologia alla genetica forense.

D: Com’è il Team con cui lavori e qual è l’aspetto che ti piace di più dell’attività che svolgi?

R:  Lavoro in un team eterogeneo composto da diversi profili; oltre all’ingegnere, sono presenti anche un fisico e diversi biologi. Il mio team è in continuo contatto con tutti gli altri, in particolar modo con il team di sviluppo software. Questo ci permette di avere un grande affiatamento ed una forte multidisciplinarietà, che favoriscono l’osmosi delle conoscenze, di idee e la condivisione degli obiettivi. Sono molto contenta del team con il quale lavoro, perché è composto da persone giovani ma al contempo molto competenti e riusciamo a perfezionare sempre di più il lavoro di squadra, che, a mio avviso, è la chiave per il successo di un progetto.

L’aspetto che maggiormente preferisco è proprio la possibilità di essere costantemente in contatto con figure sempre diverse, perché ciò mi permette di acquisire conoscenze anche in altri ambiti, mi stimola a migliorare e mi consente di crescere. Inoltre, la possibilità di contribuire ad un progetto biomedicale volto anche ad applicazioni oncologiche è indubbiamente, oltre ad essere molto stimolante, anche motivo di soddisfazione e gratificazione, considerando che la lotta alle patologie tumorali resta una delle più grandi frontiere della medicina moderna.

D: Quali sono i tuoi obiettivi a breve-medio termine? 

 R: I miei obiettivi a breve-medio termine sono la crescita professionale e la formazione: desidero infatti apprendere nuove tecnologie e partecipare a corsi di formazione per il conseguimento di nuove certificazioni. Mi piacerebbe, ad esempio, specializzarmi nelle metodologie Agile che stanno prendendo sempre più piede, oppure acquisire nozioni di Project Management. In futuro, mi auguro di ricoprire ruoli di maggiore responsabilità e di fornire il mio contributo alla crescita dell’azienda, alla formazione di colleghi con profili più junior e più in generale alla ricerca in campo biomedico, con lo scopo di migliorare la cura e la salute dei pazienti.

D: Come è nato il tuo interesse per l’ingegneria? Si è trattata di una vocazione?

R: Ho deciso di studiare Ingegneria Medica perché da sempre sono stata attratta dalla matematica e dalla medicina. Inizialmente, avevo preso in considerazione la possibilità di iscrivermi alla facoltà di Medicina, ma sentivo di voler fare qualcosa di diverso dal medico. Quasi per caso ho scoperto Ingegneria Medica: ho pensato che fosse proprio quello che stavo cercando e che fosse l’indirizzo più adatto a me, perché mi avrebbe permesso di conciliare, nella giusta misura, il mio desiderio di conoscenza medica, con la volontà di praticare attività ingegneristiche. Ho sempre desiderato lavorare nel campo biomedico facendo qualcosa di utile e che aiutasse le persone, migliorando la loro qualità di vita. E cosa può migliorare la qualità di vita e la cura delle persone se non l’ingegneria biomedica? Perciò sì, oggi posso affermare che è stata una sorta di vocazione.

D: Come ricordi il tuo periodo universitario?

R: Ricordo il periodo universitario come una fase molto intensa della mia vita, per via dei ritmi serrati e di alcuni esami molto impegnativi, dove è stato necessario avere perseveranza, sacrificio ma anche passione. Al contempo, è stato un momento molto positivo, perché il duro lavoro mi ha consentito di essere preparata per il mondo del lavoro, facendomi già assaporare tutti gli ingredienti che oggi caratterizzano la mia attività lavorativa, ossia l’impegno, la responsabilità, la fatica ripagata dal conseguimento del risultato e la soddisfazione dopo aver raggiunto un obiettivo, che è la stessa sensazione che provavo all’università ogni volta che superavo un esame con la votazione alla quale aspiravo! Oggi sono molto felice di aver intrapreso questo percorso universitario perché è grazie ad esso che ho acquisito tutte le conoscenze necessarie per il mio lavoro e ho plasmato il carattere che ho oggi, quello stesso carattere che mi dà la grinta, la determinazione e la voglia di migliorare in tutte le attività che svolgo.

D: Pensi che, quella dell’ingegnere, sia ancora una figura/carriera principalmente associata agli uomini, o hai notato un cambiamento in questa tendenza?

 R: Credo che le donne abbiano ampiamente dimostrato di essere in grado di svolgere lavori che una volta erano percepiti come prettamente maschili e quasi certamente sono stata anche io stessa parte del cambiamento di tendenza. Penso che il numero di donne ingegnere continuerà a crescere, anche se probabilmente ci sono dei settori dell’ingegneria in cui la figura femminile ha preso più piede di altri. Per fare un esempio, ricordo che quando frequentavo l’università, per il mio indirizzo il numero di uomini e di donne iscritti era pressoché equiparabile, mentre per indirizzi quali Ingegneria delle Telecomunicazioni, Elettronica o Meccanica, c’era ancora una forte predominanza del genere maschile. Credo, quindi, che il cambiamento di tendenza sia ancora in atto, ma sono convinta che dimostreremo di saper far bene anche in quegli ambiti dove la figura femminile risulta ancora carente.

D: Hai incontrato delle difficoltà od ostacoli a causa dell’essere una donna ingegnere?

R: Non ho incontrato difficoltà o ostacoli in particolare, ma ho avvertito spesso una diffidenza iniziale da parte dei colleghi uomini, come se non fossero del tutto convinti che una donna potesse svolgere altrettanto bene un lavoro così prettamente maschile. Devo dire però che è sempre stato soltanto l’impatto iniziale, perché poi sono riuscita in tutte le occasioni a guadagnare la stima e l’approvazione di tutti.

Ci stiamo muovendo nella direzione dell’emancipazione femminile a trecentosessanta gradi e stiamo assistendo alla scalata delle donne ingegnere verso ruoli sempre più di rilievo. Tutto ciò sta accadendo grazie al progressivo abbattimento degli ostacoli culturali che ci sta guidando verso la completa parità di genere e verso un mondo dove le discipline tecnico-scientifiche non rappresentano più soltanto una prerogativa del genere maschile, ma sono finalmente accessibili anche a noi donne.

D: Quale pensi sia il valore che ALTEN apporta al progetto che svolgi?

 R: Penso che un punto di forza di ALTEN sia la selezione accurata di figure competenti e sempre in linea con le richieste dei clienti. Nel mio caso particolare, si è creato un rapporto di estrema fiducia tra ALTEN ed il cliente, sintomo che il lavoro svolto da noi consulenti è molto apprezzato, e questo sia grazie al nostro contributo diretto, sia grazie ai business manager che seguono in maniera precisa il processo di selezione. Inoltre, essere dipendente ALTEN permette di accedere ad una vasta offerta di corsi formativi, avendo così l’opportunità di conseguire anche delle certificazioni. Credo che questo sia un ulteriore valore aggiunto, in quanto è essenziale ricevere una formazione continua da applicare quotidianamente nella propria esperienza lavorativa.

D: Perché una donna dovrebbe scegliere di lavorare in ALTEN?

 R: Ritengo che ALTEN prediliga la competenza e la professionalità a prescindere dal genere, maschile o femminile. È un’azienda che favorisce gli inserimenti di figure altamente preparate, responsabili e capaci, caratteristiche che possono essere individuate sia negli uomini sia nelle donne. Nel caso particolare del cliente presso cui lavoro, le dipendenti ALTEN sono nettamente superiori in numero rispetto ai colleghi uomini, segno che ALTEN è un’azienda che non ostacola in alcun modo gli inserimenti femminili.

Una donna ingegnere dovrebbe scegliere di lavorare in ALTEN perché è un’azienda di successo, che punta sui giovani talenti. In ALTEN, potrebbe entrare subito a far parte di una realtà consolidata, sempre più stimolante e ingaggiante, ma soprattutto, avrebbe l’opportunità di conoscere importanti contesti lavorativi, presso prestigiosi clienti.